Rimanere indietro

In questa giornata piovosa mi ritrovo davanti al pc a guardare tastiera e schermo senza particolari entusiasmi o cose per la testa. Poco più in là vedo le sigarette che ha dimenticato il mio amico prima di ritornare negli Stati Uniti. Quasi mi verrebbe voglia di mettermi fuori a fumarmene una sotto la pioggia (e sono sicuro che lui mi direbbe di farlo), ma quelle stanno lì per essere restituite per quando finalmente mi deciderò ad andarlo a trovare. Ripenso a questo ultimo periodo e a quanto io mi senta amareggiato per quello che mi sta intorno. “Amo l’umanità è la gente che non sopporto“, questa frase di Schulz mi è sempre ronzata per la testa; in parte per misantropia congenita (quindi un problema di intolleranza mia) e in parte perché tutto quello che vedo non mi piace. Una sfiducia generalizzata verso le persone e i rapporti umani. Ultimamente riesco a vedere pochi lati positivi (“Tutto cominciò con Susanna Agnelli” è un esempio) nei rapporti e nelle relazioni. E’ come se fosse tutto vacuo, senza valore e senza importanza. Il sentimento non esiste o diventa solo uno stato temporeneo di circostanza (Maledetto Hugo, il romanticismo e i film) perché niente dura. Siamo veramente destinati a tradirci l’uno con l’altro? Possibile che non ci sia qualcosa di vero e che tutto sia solo una mera apparenza dietro cui nascondere del marciume? Esistono da qualche parte delle persone che si vogliano realmente bene la cui unione si salda e sincera?

Oppure il problema è solo mio, soffro di idealizzazioni e convivo con questa maledetto super io ipergiudicante su tutto e su di una realtà che mi piace sempre meno, da cui vorrei prendere le distanze per trovarne una mia.

Bah. Non so.

Comunque, nel mezzo di questi pensieri che mi seguono da tempo a fasi alterne qualcosa di bello è sincero l’ho trovato anche ieri. Ed era un sorriso, perché non c’è niente di più bello di un sorriso per un musone come me. Uno lo sto cercando da quando l’ho sognato (“Il sogno più bello“) e altri mi capita di incontrarli strada facendo da persone care o da sconosciuti (“Dovrei imparare tante cose“). E in tutto questo rimango sempre stupito del non poter mai dire ad una persona che ha un bel sorriso, semplicemente perché è una frase talmente usata da risultare inflazionata, banale e pure falsa o pretesto per arrivare ad altro.

Il che è piuttosto desolante.

Mi trovavo ad un concerto di musica classica in cui un famoso pianista stava suonando Chopin in una chiesa molto suggestiva. Non sono cultore del genere, anche se qualcosa ascolto seguendo perlopiù una sensazione esclusivamente viscerale ( l’Ouverture 1812 di Cajkovskij [Tchaikovsky o Ciajkovskij, che dir si voglia] nell’arrangiamento di Burgetoff [scoperto qualche giorno fa] con i cori, è per me qualcosa di travolgente), infatti ero lì per lavoro. La chiesa era strapiena e io mi trovavo sul fondo, immerso nella calca e nei miei pensieri. I comportamenti delle persone in puro stile Italiano Medio e le mie riflessioni mi trascinavano altrove, facendomi perdere quello che probabilmente era uno dei migliori spettacoli che avrei potuto trovarmi davanti. Non riuscivo ad essere partecipe della situazione e mi chiedevo cosa provassero tutti gli altri. Poi vedo entrare dalla porta accanto a me un padre spingendo una sedia a rotelle. Si sistemano vicino a me. Sulla sedia stava seduta una ragazza con evidenti problemi motori. Inizia a guardarsi intorno fino a che, reclinando la testa di lato, non incrociamo i nostri sguardi. Dietro i suoi occhiali vedo due occhi blu che mi guardano. E spontaneamente mi fa un sorriso che sento profondo e sincero, bellissimo, mentre io ricambio sperando di non sembrare il solito gufo impagliato ischemico ma di averle trasmesso, al contrario, una minima parte del piacere che mi ha fatto in quel momento.

Nel mentre sento una breve sequenza di note, tre o quattro non di più, e mi viene un attimo di magone.

Poi il padre la porta più avanti e io rimango dove mi trovavo già dall’inizio.

Indietro.

4 pensieri su “Rimanere indietro

  1. Si lotta per i sorrisi, ieri hai incontrato quello di qualcuno che lo sa probabilmente molto bene.

  2. Ci sono dei momenti delle nostre vite in cui tutto sembra scorrerci intorno e noi al centro di questi scrosci che non riescono a trascinarci più di tanto. Questo fiume in piena che viviamo nei nostri giorni è uno scorrere che non piace che ci rende tante isole racchiuse nei propri confini, ma poi veramente basta un sorriso, uno sguardo inatteso per risollevarsi attraverso un senso di emotività diffusa, fatta di piccoli gesti gratuiti e senza aspettative per allontanarci (anche solo) per un attimo dai nostri nebulosi pensieri.

    • E’ esattamente così..il sorriso è la miglior forma di contatto per recuperare qualcosa di positivo in un marasma in cui poche cose sembrano andare per verso giusto, in particolare quando è donato..

Secondo me....

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