Lo ammetto.
Spesso mi capita di mettermi a leggere le rubriche sui giornali in cui cuori infranti mandano lettere lacrimevoli sulle loro storie finite tragicamente (ogni amore ha una sua profonda tragicità diceva Herman Hesse, ma precisava anche che non è un buon motivo per non amare più).
Tutto è cominciato con Susanna Agnelli. Aveva una rubrica su Oggi o Gente (non ricordo e nemmeno mi interessa saperlo) e avevo preso l’abitudine di leggerla quando ero da mia nonna. Se vado in bagno ho bisogno di una lettura, di una qualunque lettura, e da lei c’era solo quello. Comunque, iniziai a seguirla perché era qualcosa di terrificante.
Ricordo di aver letto di uno che raccontava di aver perso la casa, il lavoro, la moglie, i genitori (veramente qualcosa di drammatico a livelli indicibili, è solo per rendere l’idea ma probabilmente non siamo così lontani) in una lettera lunghissima e strappalacrime. Mentre leggevo provavo veramente pena per questo povero cristo che in ogni riga aggiungeva drammi su drammi e mi chiedevo come facesse a trovare la forza per tirare avanti. Più di tutto mi chiedevo come avrebbe sanato queste ferite o trovato la parola giusta, di sollievo e conforto, la cara Susanna, per dare un barlume di speranza a questa persona che, visibilmente, era con un piede nella fossa, la mano sulla pala per scavarsi la tomba e il collo già dentro un cappio.
Non ho mai dimenticato la risposta.
Era più o meno così :
“Non ci pensi.”
Non ci pensi.
E basta.
Non ci pensi.
Ero basito.
NON CI PENSI???? Ma Va******************* brutta ***************** del **********!
Questo è quello che avrebbe dovuto dire la persona in questione.
Ci vorrebbe una rubrica di risposte alle risposte delle rubriche.
Comunque, è così che inizia a seguire con interesse questo mondo. Sempre con una certa dignità. Mi sono sempre rifiutato categoricamente di leggere quelle di Moccia, del sessuologo di MTV, di quel cretino di Morelli (qualche tempo fa su Facebook girava un post con scritto “Mandiamo Morelli a raccogliere cicche sull’autostrada“. Pienamente d’accordo.) o di deficienti simili. In gioventù ogni tanto leggevo anche quelle del Cioè delle mie compagne di classe..
(Gesù, anche se non credo in te, dammi la forza per andare avanti e dimenticare ancora una volta quelle scempiaggini..)
Che ci crediate o meno, la rubrica più serie che io abbia trovato era quella di “Lupo Alberto“. Veramente. Le persone che scrivono sono le stesse, hanno tutte più o meno gli stessi problemi (in questo caso il livello intellettivo era più alto) ma chi si occupa di rispondere parlava a senso, con empatia, senza giudicare e capendo realmente i problemi.
O almeno così sembrava a me.
Tutto questo preambolo per arrivare al fatto che ancora oggi continuo a leggere queste rubriche, quando mi capita. Ultimamente tengo d’occhio quella di Natalia Aspesi, Questioni di Cuore sul Venerdì di Repubblica. Mediamente mi infastidiscono le sue risposte che a volte trovo sgarbate e senza tatto (magari anche “schierate”), però mi rendo anche conto che in alcuni casi sia necessario dare una scossa alle persone. Ad ogni modo, le sue risposte sono sempre motivo di riflessione e di critica costruttiva, quindi una cosa sostanzialmente positiva.
Di certo neanche lontamente paragonabili a Susanna Agnelli o Moccia!
Oggi ho letto in questa rubrica due lettere che mi hanno dato modo di pensare. Sostanzialmente erano di un uomo e di una donna che con molta probabilità erano stati traditi dai rispettivi consorti (Luttazzi in una sua battuta diceva che statisticamente il 50% delle persone tradisce il proprio partner, il che significa che se non sei tu è il tuo parner a tradirti). In realtà nessuno dei due ne aveva la certezza perché non ha colto in flagrante il compagno/a, però da quello che scrivono la cosa sembra piuttosto palpabile benché basata su piccole cose. Altrettanto palpabile era il fatto incontrovertibile che fossero innamoratissimi della propria metà e che avessero reagito uno con la disperazione dell’amore, amando ancora di più, e l’altra con la maturità, dando una scelta.
Mi sono ritrovato a pensare che spesso gli unici a non notare i segni dei nostri cambiamenti siamo solo noi. Queste due persone dopo venti anni passati con i rispettivi parner credo che ormai li conoscessero più che bene. Perché è questo che accade stando insieme, si diventa un libro aperto per l’altro. Ma noi siamo convinti che ogni nostro turbamento o minimo cambiamento, in realtà, non sia mai notato.O sia ben nascosto.
Pazzesco, ma non è così.
E’ proprio il contrario, perché a furia di stare insieme ci si abitua ad un certo tipo di quotidianità e tutto quello che devia dalla norma diviene evidente come la totale assenza di utilità in personaggi come Moccia (spero che gli abbiano ammanettato le mani per impedirgli di scrivere. Dovrebbe essere denunciato per aver contribuito al disboscamento dell’amazzonia).
E’ lampante, un assioma, non bisogna nemmeno dimostrarlo!
Pensiamo di nascondere le cose ma in realtà sono chiare. Non bisogna mai sottovalutare la capacità di un innamorato di vedere i cambiamenti del comportamento.Quello che vogliamo celare è totalmente palese ma solo noi crediamo di aver nascosto tutto alla perfezione minimizzando l’importanza di dettagli, che spesso, proprio dettagli non sono. Anzi, sono proprio l’anticamera di un problema più grande. Le due persone delle lettere lamentavano di sentire improvvisamente i partner sfuggenti, diversi, insoliti. Probabilmente non era assolutamente una loro impressione, mentre dall’altra parte si cercava di minimizzare giustificando il tutto e facendo presente che sono “piccole cose”. Ed è vero. Nessuno da peso alle piccole cose.
Ma gli innamorati ci vedono lungo e bene, perchè sono molto più concentrati sull’altro che su sé stessi.
E gli altri?
Apro il mio quaderno di citazioni e la prima frase che vedo è questa:
“La tua stessa colpa ti farà scoprire.”
Agata Christie
Touché.
A me è capitato invece di far parte di quelle persone che vedono le cose, percepiscono il cambiamento ma non lo vogliono vedere veramente.
Anche questo è amore. È un po’ di masochismo. Poi sono guarita!;)
Ti capisco perfettamente e hai tutta la mia comprensione.. 🙂 Anche io sono stato tra quelli che non vogliono vedere le cose, purtroppo.
Ci passiamo tutti, poi si rinsavisce.. 😉
Donna Moderna, risposte di Antonella Boralevi, spietata, realistica e a sorpresa, sempre. Te la consiglio 🙂 Io leggo le domande, le risposte, io leggo per non pensare, per evitare risposte alle mie di domande. Fi da quando ero piccola prendevo i giornali dal dottore e c’era questa Susanna coi capelli bianchi che diceva cose strane alla gente e mi chiedevo chi glielo facesse fare di trovar risposte per gli altri. Ora invece ho capito il motivo: chi si interessa delle vite degli altri e dà risposte è perchè non vuol pensare ai propri problemi senza risposte…..o no?
Se passasse un “Donna Moderna” tra le mie mani prometto di darci un’occhiata (comprarlo di proposito mi sembra un attimo eccessivo).. 🙂
Ad essere sincero non so dare una risposta, per questo mi interesso ai problemi degli altri.. 😉
Io continuo a leggere le riviste dal dottore, mica le compre, se proprio potessi comprarle comprerei altro tipo di riviste e non sicuramente Donna Moderna o qualsiasi altro tipo di rivista femminile 🙂 Non sai dare una risposta ai tuoi problemi? Perchè tu hai dei problemi? Penavo fossi fuori dal club 😛
Credo sia cosa piuttosto comune.. 🙂