Dante e Randal lavorano come commessi in due negozi adiacenti, il primo in un alimentare e il secondo in un videonoleggio. Dante è un insoddisfatto, naturale come uno che “caca dalla bocca” (come dice Randal), che vuole caricarsi tutto il peso del mondo sulle spalle senza avere mai la forza e la voglia di prendere in mano la sua vita per cambiare qualcosa (come dice Veronica), ma passando la maggior parte del suo tempo a lamentarsi senza mai reagire. Randal è un cinico scazzato a cui la vita scivola addosso nell’apatia e nella mancanza di voglia di fare qualunque cosa: apre il negozio in ritardo, è sempre in pausa, maltratta i clienti, se ne frega delle convenzioni sociali e non ha alcuna forma di cortesia o pudore.
Bianco e nero sgranato, opera prima di Kevin Smith (il Silent Bob del film, personaggio comico di sua invenzione, che compare anche in altre circostanze: per esempio nel video di Afroman “Because I got High“, per chi lo ricordasse), 1994 (lo stesso anno d’uscita di Pulp Fitction di Tarantino e di Tre Colori : Film Rosso [quest’ultimo perse la palma d’oro a Cannes proprio perché fu assegnata a Quantin il quale, al contrario, pare avesse espresso il suo favore per l’opera del cineasta polacco {personalmente della trilogia ho sempre preferito Film Bianco}]), bassissimo costo (la maggior parte del budget è stata usata per i diritti delle canzoni) cinema indipendente con tante idee; in una parola: geniale.
Il film racconta le grottesche e surreali vicende durante l’arco di una intera giornata di questa coppia di outsider. Dialoghi geniali, comici e sempre sul filo dell’ironia. Indimenticabile la discussione sui subappalti della Morte Nera (che a me hanno ricordato il discorso sui nazisti proletari del videogioco in Santa Maradona), la scena in cui Randal sciorina una serie di titoli di film porno (“Vibratori al vento, prepuzi in cappella, sborra di fuoco, sbattimelo ovunque sbattimelo lì….[..]” ) davanti ad un bambino che innocentemente chiedeva solo la cassetta di “Piccolo pippo cucciolo eroe“, e… praticamente ogni scena, inclusa tutta la carrellata di personaggi improbabili che si susseguono: l’operatore didattico con il “trauma da guscio“, il rappresentante di chewingum, il cliente timorato, il vecchio erotomane rompicoglioni, il palestrato, gli spacciatori, (Jay & Silent Bob) ecc., in un tripudio di umanità che naviga tra bizzaria e stupidità.
Imperdibile prestando sempre attenzione ai dialoghi.
Non mi metto a riportare qualche scambio di batture (al momento sono pigro ma ne varrebbe la pena) ma solo l’unica frase pronunciata da Silent Bob (altrimenti perché si chiamerebbe “Silent“?) che è una vera perla di saggezza :
“Dai retta, il mondo è pieno zeppo di belle donne ma non tutte ti portano le lasagne al lavoro, più che altro ti mettono le corna e basta.”
Giudizio in minuti di sonno : Alla prima visione ho dovuto interromperlo per cause di forza maggiore. L’ho ricominciato dall’inizio e, ritornato al punto in cui ero arrivato (50esimo minuto), mi sono addormentato e risvegliato cinque ore dopo (era notte). L’ho finito il giorno successivo partendo da dove ero arrivato, questa volta senza intoppi.