Esperimento + considerazioni presuntuose

State per leggere un tentativo di incremento alle visite del mio blog mediante l’utilizzo di alcune tra le parole chiave più cliccate sul web. Saranno inserite tra parentesi (non con l’uso solito che ne faccio [questo, {si, proprio quello appena letto}]) e non avranno nulla a che vedere con il resto dell’articolo e saranno inserite come tag appositamente. In un post successivo (appena avrò voglia) scriverò i risultati. Vedremo se cambierà qualcosa. Non che ci tenga ad avere questo grande seguito, è solo perché avevo voglia di fare qualcosa di diverso e rompere un po’ i coglioni. Alcune parole sono prese da qui : http://mytech.panorama.it/internet/google-ricerche-2012-zeitgeist , altre sono andato ad intuito tra quelle che potrebbero essere gettonate. Non mi spiegavo chi fosse “Zalando” nell’elenco ma poi ho appreso essere un negozio di scarpe. Vabbé.

Non ho molto da dire in realtà. (youporn) Mi sono messo a scrivere per impegnare la serata e tirare due somme superficiali, due prospettive misere e rachitiche per il futuro e qualche considerazione spicciola colma di presunzione che probabilmente verrà ridimensionata con il passare dei giorni.

Mi sono licenziato.

Ho lasciato un lavoro iniziato da poco (Megan Fox) con contratto a tempo indeterminato in cui avevo: ampie libertà, cellulare aziendale a mia disposizione, stipendio fisso, rimborso del gasolio e la prospettiva di poter diventare il responsabile di uno dei settori di questa neonata azienda la cui gestione avrebbe dovuto essere affare mio.

Un’amica mi ha fatto notare (come fare sesso) che è stato un bel passo licenziarmi. Vero. C’è solo da capire se verso qualcosa di migliore o verso un baratro senza fine visto che il momento è pessimo, a dir poco. Qualcuno mi ha parlato di gesto “eroico” in maniera subdolamente supponente, ma probabilmente con ragione perché si tratta solo di un gesto estremamente stupido e irresponsabile. (come fare succhiotti) Molto più realisticamente l’ho fatto solo perché, al momento, me lo posso permettere anche se, molto vigliaccamente, la cosa implica il pesare, per un tempo che mi auguro sia il più breve possibile, ancora sulle spalle dei miei genitori.

Alla fine dei conti invece l’ho fatto solo perché stavo male. Perché i soldi non mi ripagavano del malessere (tette) che sentivo e perché la cosa non mi dava alcuna soddisfazione. Non so cosa farmene dei privilegi. Non ho grandi richieste materiali. Ma personali si. Cazzo, se quelle le pretendo. Il che non implica costruire grandi cose (Sara Tommasi), ma solo sentirsi utile e al posto giusto nel fare qualcosa che assecondi le proprie naturali inclinazioni, qualunque esse siano.

Per una parte del lavoro che dovevo svolgere non ero assolutamente portato. Era evidente. Strideva con il mio modo di essere e farlo ogni giorno era come violentarsi un pezzo per volta (Gangnam Style). Anche se non facevo nulla di male e nemmeno mi ammazzavo di lavoro. Che per me è ancora peggio. Entravo ogni giorno nelle mattine e nei pomeriggi dalle ore lunghissime. E destreggiarmi per far passare il tempo mi annichilisce. La parte di cui avrei dovuto diventare responsabile non mi sono sentito di prendere l’incarico semplicemente perché non ne avevo le competenze. Ho studiato altro e il sentirmi venduto a grandi parole di fronte ad altre persone per qualcosa che non sono, per competenze che non possiedo, mi metteva a disagio e mi dava l’impressione di sporcare quel titolo che, comunque, mi sono sbattuto per prendere: Dottore. E non solo perché mi sono sbattuto. Penso anche di averci creduto. Forse ci credo ancora. (iPhone 5) E se non l’ho fatto per una questione legale, per una illogica paura di bruciarmi l’unica carta di cui sono in possesso per qualcosa in cui non credo, allora l’ho fatto per me, solo ed esclusivamente per me. Per conservare illeso uno dei pochi traguardi che io abbia raggiunto. E’ stupido? Pazienza.

Perché tanto so che ogni volta che butto una cosa nel fango poi devo lordarmi tutto per andarla a recuperare.

Ma a quanto pare, parlando con persone il cui bene nei miei confronti è fuori discussione, il mondo del lavoro è quello. (Iron Man 3) Basta dire di essere “consulente”, “tecnico” e si può anche non sapere un beneamato cazzo su di un argomento che subito si può andare in giro dispensando consigli su qualcosa di cui non si ha la benché minima conoscenza. Sono lacune che effettivamente si possono anche colmare con l’esperienza e con il tempo, è vero. Ma nel frattempo? E se avessi fatto dei danni? La colpa è dell’azienda. Si, ok, legalmente magari è così, ma io devo comunque fare i conti con il mio super io fottutamente ipertrofico. Con la mia coscienza e la mia morale altrettando ipertrofica. (Pulcino Pio) Sto esagerando forse, ma sono comunque fatto così.

Mi sono sentito dire che in realtà a me non piace quel lavoro che sono scuse, cosa in parte anche vera. Ma a me più di tutto non mi piace spacciarmi per qualcosa che non sono. Non me ne fotte un cazzo che si può essere “consulente” di quello che si vuole perché l’unica cosa illegale è vantare titoli di cui non si è in possesso. (Berlusconi) Va bene, ci sono persone che magari senza aver mai conseguito un titolo ne sanno più di chi invece di titoli ne ha a ripetizione. Giannino, per dirne uno. Non è laureato ma magari ne sa più di mille economisti. Più di me sicuramente. La mia risposta è stata “ma tu da chi ti faresti operare, da un ragioniere o da un medico?”

Il punto è che questo non è nulla di più che un giocare a prendersi per il culo, dal mio punto di vista. Ti metto davanti le cose in modo che sia TU a pensare qualcosa che in realtà io non ho mai detto, ma che volevo pensassi. (Cinquanta sfumature di grigio) Ma, apprendo solo ora, che le cose vanno così, che bisogna bluffare, sparare a caso, promettere mari e monti senza il minimo realismo perché il mondo “è quello”. Allora aveva ragione Huysmans nell’affermare “Fai agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te. Con questa massima andrai lontano.” Lo stupido sono io. Avrei già dovuto capirlo da alcuni bruciori al culo (come fare un clistere) che le cose vanno realmente così. Ma da sempre. Quello che mi dà rabbia è questa rassegnazione al pensiero “le cose vanno così e ci si adegua”. Ma non è quello che critichiamo sempre quando abbiamo il culo dall’altra parte delle barricata? Non critichiamo i parlamentari parassiti? Questo mi sta forse a dire che se ci fossimo noi al loro posto allora bisognerebbe adeguarsi? Quindi fanno bene. (colomba pasquale) Allora non sarebbe meglio tacere?

Vaffanculo. A me non sta bene.

Infine mi è stato anche detto che quelli come me prima o poi si piegano e finiscono molto più in basso di quanto dovrebbero finire. Probabilmente sarà così. (youtube) Quando arriverà il momento e la necessità, mi prostrerò con tutta l’umiltà di cui sono capace; ora mi posso ancora permettere di scegliere, di essere presuntuoso, spocchioso e di non farmi andare bene qualcosa che non mi va. E anche questo ha un suo costo.

Ho dovuto litigare per fare una scelta di cui, almeno, mi potrò pentire da solo piuttosto che rinfacciare in eterno a qualcuno di aver deciso per me. Non è una scelta facile perché mi umilia essere ancora in questa situazione e non poter portare fuori i coglioni. (Facebook) Ma sono nella condizione di poterlo fare, perché non mi voglio adagiare perché voglio cercare qualcosa di meglio che non mi faccia sentire già condannato ad un destino di infelicità. Non mi voglio aggrappare alla prima cosa che trovo solo perché era la prima a passare nei paraggi (pompino).

A breve lo farò, ora no.

La sensazione di sollievo seguita alla decisione mi ha dato la speranza (Papa Francesco) di non aver fatto la cosa sbagliata e tutto sommato riesco anche ad essere positivo, perché sono convinto che qualcosa riuscirò a fare.

Se non fosse così, una via d’uscita c’è. Non è delle migliori ma il sapere che comunque c’è, mi tranquillizza (figa).

Mah, magari ho esagerato.

5 pensieri su “Esperimento + considerazioni presuntuose

  1. Ho letto un po’ in giro nel tuo blog e mi sono sentita subito a mio agio, specialmente dalle parti dei soffitti e degli stupidi.
    Per quanto riguarda il tuo esperimento, sono proprio curiosa degli sviluppi. La rete è un ginepraio inestricabile e chissà se ha un senso. Io la frequento perchè amo la poesia e vorrei che tutti sapessero che essa sola è il vero strumento di conoscenza del mondo, dell’uomo e del suo destino.
    Buona serata

Secondo me....

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