Gioco d’anticipo.
Ogni anno, il giorno del mio compleanno (che sarà a breve) vengo assalito da una strana sensazione di disagio che non riesco mai a spiegarmi e che mi accompagna fino alla sera. Forse dipende dal fatto che cade di primavera ed è una stagione che odio. Ma ancora non mi è chiaro il motivo. L’inverno mi piace perché il freddo esterno si contrappone al tepore e al calore delle coperte, della stufa e delle persone (quando ci sono). L’autunno banalmente mi piace per i colori e per le pioggie che fanno tanta atmosfera (quando sono in casa; perché se devo andare in giro mi rompe i coglioni). L’estate mi lascia mediamente indifferente in realtà. Il caldo e l’afa mi uccidono, però non la detesto come la primavera. Perché dopo il 21 di Marzo lentamente entro in uno stato semivegetativo. Mi rincoglionisco, mi sento intontito, sempre stanco (cosa che potrebbe tranquillamente dipendere dal fatto che sono allergico ai pollini [già di per sé cosa invalidante perché fa sentire una specie di mappina] e che per controllare questa cosa devo prendere antistaminici [il primo che mi avevano prescritto era terrificante: mi svegliavo, facevo colazione e dopo averlo preso entravo in uno stato di sopore precoma per il resto del giorno.] e spray al cortisone) e scazzato più di quanto già non sia in modalità normali. Fare le cose che mi piacciono diventa un peso perché mi mancano gli spunti, sono senza forze (e facendo sport la cosa mi irrita non poco).
Le persone normali in primavera si svegliano, io invece mio abiocco ed entro in una specie di letargo autistico.
E questa sensazione (quasi un uovo sodo che non va ne su ne giù [ vedi “Ovosodo“]) parte dal compleanno e mi accompagna fino all’estate quando finalmente riprendo energie. Quest’anno arrivo già scarico al mio genetliaco (che parola fastidiosamente altezzosa), come se fossi passato sotto la ruota di uno schiacciasassi ma comunque con qualche nota positiva (del tipo che ora sono perfettamente stirato e in piega). Intanto ho fatto una scelta (giusta o sbagliata non lo so, forse avventata) ma a cui è seguita una immediata sensazione di sollievo ed una irrealistica (stando a quello che sento in giro,che mi dicono alcuni, e che, se proprio non me lo dicono, in qualche modo me lo fanno capire) speranza che le cose andranno, prima o poi, per il verso giusto.
Alcuni dubbi si sono aggiunti e altri rimangono lì.
Vabbè.
Ma ho guadagnato qualcosa.
Un anno di vita in più.
Già.
Perché fino ad un paio di giorni fa ero convinto di avere 28 anni e di compierne 29. Poi mi sono ricordato di averne ancora 27. E’ una bella differenza. Cazzo, mi sono ritrovato dal niente con un anno in più di tempo di cui mi ero mentalmente privato. E la cosa mi fa tremendamente comodo (che nessuno mi faccia notare che, in realtà, io ho appena concluso il mio 28esimo anno per entrare nel 29esimo!) : come quando ti prepari per un esame e realizzi di aver sbagliato data scoprendo di avere del tempo in più, tempo che non speravi nemmeno di avere, mentre ti sentivi ormai con l’acqua alla gola, alla fine dei giochi.
Ed è una notizia fantastica.
Fanculo.
Quest’anno al mio compleanno festeggio la speranza di una nuova vita e un anno in più di tempo.
Allora buon anno di vita in più!
Grazie! 🙂 Speriamo di non sprecarlo.. 😉