Alice dove cazzo stai andando?

Sono alcuno giorni che mi ronza in testa una reminiscenza dell’università. E’ una citazione tratta (o almeno credo che fosse tratta) da “Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie” di Lewis Carroll (Non ho mai avuto l’onore di leggerlo e nemmeno credo lo farò in futuro. Ho visto solo il cartone animato della Disney quando ero piccolo e, oltre a trovarlo per bambine, [evidentemente ci tenevo a sottolineare la mia identità sessuale] mi ha anche sempre inquietato [“Tagliatele la testa! Tagliatele la testa!“] quindi non ho mai riaffrontato la visione) che era contenuta nelle slide di un corso che avevo seguito. Mi pare che fosse l’estratto di un dialogo tra il Gatto del Cheshire e Alice (Purtroppo non posso scriverlo letteralmente come era, ma cercherò di conservare il contenuto o l’idea rimasta nei miei ricordi) che si svolgeva (molto) all’incirca così:

(Alice è di fronte ad un bivio in una strada)

Alice : << Da che parte devo girare? >>

Gatto : << Dipende da dove vuoi andare.. >>

Alice : << Non lo so.. >>

Gatto : << Se non sai dove vuoi andare, allora qualunque direzione va bene! >>

Sono alcuni giorni che mi viene in mente insieme ad una frase che ormai mi sento ripetere sempre più spesso e un po’ da chiunque : “ma tu cosa vuoi fare da grande?“. Domanda che mi fa sentire piccolo e mi fa tornare indietro quando zii e nonni te lo chiedevano e tu ancora ti potevi permettere qualche risposta sognante e speranzosa. Ora quasi ti verrebbe da dire : “quello che capita, visto che non ci sono grandi scelte“. Anzi, mi tocca pure dirlo spesso. Anche se, in fondo, so cosa vorrei fare : di certo non quello che sto facendo adesso. E c’è anche un piccolo bagliore che conservo ancora più in fondo, che tengo per me.

Una consapevolezza remota e un poco incompresa.

Comunque, questo dialogo mi ha fatto pensare che il non avere direzione presenta il vantaggio di limitare le delusioni perché qualunque cosa arrivi è sicuramente un guadagno di entità maggiore rispetto alle aspettative (che sono inesistenti). Se invece non arrivasse nulla si rimarrebbe comunque indifferenti perché non accadrebbe niente di diverso da quanto previsto (cioè non ottenere un cazzo).

Non ci si può lamentare e ipoteticamente non può che andare tutto nel migliore dei modi.

Ma non è questo il modo corretto di agire.

Se vuoi partire alla ricerca di qualcosa è necessario sapere cosa cazzo stai cercando. Anche perché, se hai bisogno di una pentola di certo non vai a cercarla dentro al gabinetto. Altrimenti devi sperare che il caso ti faccia sbattere contro quello che desideri e quindi sperare che un imbecille abbia dimenticato una pentola sopra il water.

E credo che sia improbabile (non impossibile ma di certo improbabile).

E io non sono mai stato così fortunato da sbattere contro quello che desideravo.

Al massimo sbattevo contro muri, lampioni, porte, tram, amare realtà..

Quindi Alice, se sai quello che stai cercando, da quale cazzo di parte vuoi andare ora?

6 pensieri su “Alice dove cazzo stai andando?

  1. è molto difficile ora …..desiderare………il peso del presente non ci fa’ piu’ sognare………meo……..

    • Sono in parte d’accordo. La pensavo anche io così fino a che un amico non mi ha fatto notare che spesso, in realtà, noi siamo incapaci di vivere il presente perché troppo coinvolti nel passato o ansiosi per il futuro. Il presente è solo un istante, un’occasione, un momento.
      Però sono d’accordo, abbiamo smesso di sognare.. o abbiamo permesso che fosse cosi..

  2. Ri-alacciandomi alla tua risposta al commento sopra:
    è vero, oramai non viviamo più il presente, siamo sempre proiettati verso ciò che sta dopo (o che stava prima).
    Però è anche vero che non possiamo più permetterci di vivere solo nel presente. Siamo troppo sofisticati.

    Il mio maestro di piano vive sempre e solo ‘oggi’ e più lo guardo (inviadiandolo) e più capisco che non solo bisogna nascerci con questa capacità ma bisogna, appunto, poterselo permettere.

    Un abbraccio!

    • Era proprio questo il punto nel confronto che ho avuto con questo mio amico.. Non ce lo possiamo permettere veramente o semplicemente siamo abituati così? O meglio, non ci farebbe stare meglio essere più nel presente e meno nel passato e nel futuro? Quanti sono i momenti che non ci godiamo quotidianamente, che non ci fermiamo ad assaporare perché siamo ancorati al passato o perché pensiamo già al domani, a quello che c’è da fare, a dove dobbiamo correre?

      Un abbraccio a te!

Secondo me....

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