Videodrome – David Cronenberg

Lo schermo televisivo ormai è il vero unico occhio dell’uomo.. ne consegue che lo schermo televisivo fa ormai parte della struttura fisica del cervello umano.. ne consegue che quello che appare sul nostro schermo televisivo emerge come una cruda esperienza per noi che guardiamo.. ne consegue che la televisione è la realtà e che la realtà è meno della televisione.

Dott. Brian O’Blivion

 Max Renn (James Woods) è il proprietario di una rete televisiva che Continua a leggere

Ironia del destino

Come ho già avuto modo di ribadire altrove, non credo minimamente nel destino (“Conseguenze di una parola e una canzone“) ma credo fermamente nelle leggi di Murphy (“Le leggi di Murphy applicate alla colazione del mattino“) che non smettono mai di essere fonte inesauribile di tutta una serie di circostanze di cui non posso fare a meno di notare la vena vagamente umoristica.

Sarò brevissimo. Continua a leggere

Esperimento + considerazioni presuntuose

State per leggere un tentativo di incremento alle visite del mio blog mediante l’utilizzo di alcune tra le parole chiave più cliccate sul web. Saranno inserite tra parentesi (non con l’uso solito che ne faccio [questo, {si, proprio quello appena letto}]) e non avranno nulla a che vedere con il resto dell’articolo e saranno inserite come tag appositamente. In un post successivo (appena avrò voglia) scriverò i risultati. Vedremo se cambierà qualcosa. Non che ci tenga ad avere questo grande seguito, è solo perché Continua a leggere

Guadagnare un anno

Gioco d’anticipo.

Ogni anno, il giorno del mio compleanno (che sarà a breve) vengo assalito da una strana sensazione di disagio che non riesco mai a spiegarmi e che mi accompagna fino alla sera. Forse dipende dal fatto che cade di primavera ed è una stagione che odio. Ma ancora non mi è chiaro il motivo. L’inverno mi piace perché il freddo esterno si contrappone al tepore e al calore delle coperte, della stufa e delle persone (quando ci sono). L’autunno banalmente mi piace per i colori e per le pioggie che fanno tanta atmosfera (quando sono in casa; perché se devo andare in giro mi rompe i coglioni). L’estate mi lascia mediamente indifferente in realtà. Il caldo e l’afa mi uccidono, però non la detesto come la primavera. Perché dopo il 21 di Marzo lentamente entro in uno stato semivegetativo. Continua a leggere

Soffitti, attese, stupidi & illuminazioni

Questa sera ho acceso il mio pc e ho cercato su youtube “I still haven’t found what I’m looking for” degli U2. Ho atteso che la musica iniziasse e nel mentre mi sono accomodato sulla sedia. Braccia e gambe conserte, mi sono lasciato scivolare in basso fino ad appoggiare la nuca sullo schienale. Mentre la voce di Bono mi ricordava il Natale in cui mi regalarono la raccolta degli U2, mi sono ritrovato a fissare il soffitto della sala. Mi sono sentito un attimo ridicolo, perché forse le risposte andrebbero cercate nei tramonti estivi tinti di rosso, nelle stelle più luminose, nella luna piena, nel profondo di sé, nella sorte, nei fondi caffé, nelle carte dei tarocchi, nella rugiada al mattino, nell’anima, nei fili d’erba di Whitman, persino nella religione se vogliamo, ma non nei soffitti. Nei soffitti proprio no. Continua a leggere

Drive – James Sallis / Drive – Nicolas Winding Refn

Seguendo un ordine strettamente sequenziale avrei dovuto fare la recensione de “I fratelli Karamazov” prima di questa. Tuttavia, considerando che non credo di essere riuscito ad apprezzarlo come avrebbe meritato (il momento è quello che è e la mia concentrazione ne risente) e che scrivere la recensione di un’opera di più di 1000 pagine (su cui persone hanno scritto trattatti, tesi, analisi filosofiche e intensi dibattiti) compattata in un post, in cui difficilmente sarei riuscito ad andare oltre le 500 parole, sarebbe risultata piuttosto riduttiva per approfondire adeguatamente il genio russo (e anche quantomai indegna!!), allora ho deciso di soprassedere e andare oltre. Quindi passo al successivo che ho letto e faccio una doppia recensione libro / film di “Drive“.

Ma prima mi concedo un piccolo momento iconoclasta su Dostoevskij con questo due pensieri :

1) riferendosi a “I fratelli Karamazov” pare che Lev Tolstoj abbia affermato <<Non sono riuscito ad arrivare fino in fondo>> (fatto vero, non è una mia invenzione). Io invece l’ho letto tutto e dopo averlo finito credo che sarò in grado di leggere solo le etichette del sapone liquido. Continua a leggere

Alice dove cazzo stai andando?

Sono alcuno giorni che mi ronza in testa una reminiscenza dell’università. E’ una citazione tratta (o almeno credo che fosse tratta) da “Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie” di Lewis Carroll (Non ho mai avuto l’onore di leggerlo e nemmeno credo lo farò in futuro. Ho visto solo il cartone animato della Disney quando ero piccolo e, oltre a trovarlo per bambine, [evidentemente ci tenevo a sottolineare la mia identità sessuale] mi ha anche sempre inquietato [“Tagliatele la testa! Tagliatele la testa!“] quindi non ho mai riaffrontato la visione) che era contenuta nelle slide di un corso che avevo seguito. Mi pare che fosse l’estratto di un dialogo tra il Gatto del Cheshire e Alice (Purtroppo non posso scriverlo letteralmente come era, ma cercherò di conservare il contenuto o l’idea rimasta nei miei ricordi) che si svolgeva (molto) all’incirca così: Continua a leggere

Il muro e la corda

Mi pare di ricordare che in una lezione di psicologia qualcuno avesse spiegato che uno dei metodi per risolvere i problemi è quello di trasformare la realtà in una metafora e poi pensare come si agirebbe sulla seconda per avere un’idea di come comportarsi nella prima.

A volte funziona. Diciamo che dipende da quanto la metafora che si sceglie sia calzante o meno.

In ogni caso può aiutare.

Ecco:

Credo di essermi trovato legato ad un muro. Continua a leggere

Ansia a grappoli

In 28 anni (da compiere) qualche cosa di me stesso penso di averla capita. Caratterialmente sono un accumulatore. Faccio incetta di tutta una serie di sensazioni negative fino a che non vanno oltre il mio limite di tolleranza e poi esplodo sfogandomi per un tempo più o meno lungo. Il giusto per smaltire, diciamo. Dopodiché ritorno quasi normale.

Quasi. Continua a leggere

Dovrei imparare tante cose

Sono ritornato in quella chiesa il giorno dopo.

Ovviamente troppo tardi per trovarla aperta e guardare i dipinti che conserva al suo interno (il tempismo, ribadisco, non è il mio forte) che l’amico con cui mi ero incontrato consigliava di vedere (vedi “Un giorno riderò di tutto questo“). Sono andato con l’intenzione di riuscire a fare finalmente qualche foto, è dal 17 di Dicembre che non riesco a farne una che mi piaccia (praticamente non riesco proprio a farne. A Milano [ Vedi “Le due giornate di Milano (cinque mi sembravano troppe)“] sono stato un’ora e mezza in piazza del Duomo senza fare un solo scatto. Ero lì a guardare la gente che passava aspettando di trovare l’istante significativo da fissare ma proprio non ci riuscivo. Fino a che Continua a leggere