Era da qualche anno che volevo leggerlo.
Avevo iniziato il primo capitolo in regalo con Repubblica, o più probabilmente Il venerdì, ma non l’avevo più comprato. Ma mi era rimasta la curiosità visto che mi era piaciuto. Veloce ironico e soprattutto leggero. Mi sale la voglia di leggerlo mentre in realtà mi sto dedicando ai Fratelli Karamazov (ma mi rifiuto di fare un commento/recensione futura, qualcuno ci ha fatto una tesi e io non ho tutto questo tempo), ma decido di mettere in stop il russo e concedermi un intermezzo alternativo e rilassante.
Non ho proprio voglia di sforzarmi a pensare o tenere la concentrazione. Finalmente lo leggo. Lo stile è ironico e veloce e la lettura scorre senza intoppi; niente letteratura, siamo nel puro intrattenimento. Ogni tanto ci vuole altrimenti ci si rompe i coglioni. Ho sempre odiato chi si ammazza di grandi scrittori per darsi un tono. Siamo in zona Licalzi, Brizzi, Ammaniti, per intenderci. La storia è quella di una adolescente quasi maggiorenne sbruffone e bullo. Ma di quelli che si credono picchiatori quando in realtà le prendono da tutti. Ma non è odioso, le sue sparate sono quelle di chi cerca di abbellire la realtà e sé stesso insieme ad essa. Perché come dice alla fine “La verità era ancora più orrenda delle balle che raccontavo“. Ed è per questo che non si riesce a biasimarlo quando racconta cazzate in giro o si pavoneggia di cose inesistenti. Perché ogni sua vittoria apparente, in realtà, è sempre una presa in giro da parte di qualcuno, coetanei, anziani, la vita e, nonostante l’apparenza, ne è ben consapevole.
Il padre è un alcolista, la madre è fuggita con un benzinaio molto più giovane di lei, la sorella è timorata di dio e la ragazza che gli piace lo stende quando si incontrano per la prima volta. E non c’è solo questo ma tutto il resto: compagni, risse, lavoro. In qualche modo bisogna salvarsi da una realtà del genere prima che l’evidenza annichilisca. Chi non cercherebbe di abbellire una realtà simile? Ed è spesso conscio di questa sua difesa. Per questo si capisce che c’è dell’altro in questo ragazzo. Il percorso del protagonista è di formazione, ed è palpabile. Inizia adolescente e finisce uomo. Non è più lo stesso di cui si legge all’inizio.
E’ disilluso e consapevole.
Pur rimanendo ovviamente un cazzone totale. Ma di quelli orientati su buone strade.
E’ facile riconoscersi in un personaggio del genere, con i suoi dissapori e disagi da adolescente, le sue sconfitte e la totale incapacità di comunicare con l’altro sesso. In cui, a proposito, echeggia alla fine la stessa morale di “Provaci ancora Sam“: essere sé stessi è sempre la scelta migliore per tutto, amore, lavoro, famiglia.
Detto questo, non stiamo parlando di un capolavoro, ma sicuramente di un buon libro, perché dove c’è ironia c’è intelligenza.
Vorrei tanto saper il nome del ragazzo in copertina… E’ il sosia di mio figlio.. Così..per curiosità..Il libro comunque l’ho letto appena uscito e mi è piaciuto. Un pò da ragazzi ma molto piacevole.
Non credo di poterti aiutare.. Sono pienamente d’accordo sul fatto che sia da ragazzi ma per quanto mi riguarda a volte è utile alleggerire le letture.. 🙂