Accendere la televisione durante il periodo natalizio è un’agonia.
Carrellate di film melensi e stucchevoli che fanno trasudare miele e diabete dallo schermo. Renne rincoglionite insieme a babbi natali obesi che corrono ovunque per salvare il Natale, cani parlanti, buonismo ovunque e poi l’immancabile “Una poltrona per due.” Ormai è una tradizione come il panettone e lo spumante. L’anno scorso il presentatore sfotteva pure dicendo : “Che Natale sarebbe senza una poltrona per due?”. Non so, finalmente un natale normale? E quelle maledette pubblicità con quei cazzo di cori di bambini che dicono “A Natale si può dare di più”?
Quanto la odio.
Per fortuna ci sono sempre i cartoni animati della Disney e Asterix. “La spada nella roccia” mi fa sempre morire dal ridere. Invece “Canto di Natale di Topolino”, porca puttana, sono anni che me lo perdo.
E poi ci sono gli auguri estrosi che ti arrivano via sms con le renne che cagano fortuna, con gli angioletti che non ricordo bene cosa facciano; le mail più o meno dello stesso stampo; i tag su facebook con gli auguri di gruppo con foto che possono andare da una semplice scritta “auguri”, per i meno fantasiosi, eventualmente con qualche immagine natalizia classica, fino alle immancabili figone (e figoni) nude da uomini (e donne) libidinosi.
E i repertori di canzoni trite e ritrite dove li mettiamo?
Ma non c’è solo un diffuso senso ridondante di felicità.
Dall’altra parte ci sono i rovinafeste.
Quelli che appena gli fai gli auguri (quelli normali, pro forma, senza troppi salamelecchi, non quelli da mulino bianco) ti ricordano che il Natale è solo consumismo, ipocrisia, che in qualche angolo del mondo un bambino sta morendo mentre tu sguazzi nella bambagia, che sei vittima di un sistema, che Babbo Natale non esiste e che è un’invenzione della coca cola. E poi parte il pippotto contro la chiesa, il papa, e sottolineano che, essendo atei, agnostici, miscredenti, buddisti o chissà che altro, non fanno gli auguri perché non credono al natale. Come se tutto questo non fosse noto e stranoto o sentito fino alla noia. Ma non si fermano lì, proseguono e sottolineano con un enorme senso di superiorità e autocompiacimento che se fossi coerente non dovresti farli nemmeno tu.
E che due coglioni..
Si, perché sono dichiaratamente ateo.
E pure anticlericale.
Spero in una rapida secolarizzazione.
Eppure nonostante questo il natale mi piace. Ma non per i regali e di certo non perché sia convinto che 2000 anni fa sia nato un tizio con la barba figlio di un altro tizio con la barba più lunga.
Mi piace perché si sta tutti insieme.
Ci si ritrova attorno allo stesso tavolo per mangiare, si inizia a mezzogiorno e si finisce a cena, poi, tutti pieni come uova e in botta glicemica, si inizia a giocare a carte e ai giochi in scatola.
Starquest! Con mio cugino che sparava anche ai suoi soldati pur di vincere o gli Eldar, i mitici Eldar. Quel manipolo di soldati alieni strafighi e pieni di poteri che dopo cinque minuti di gioco erano stati sterminati. Mi era rimasto solo il comandante, un tizio blu con la cresta da Mohicano armato di spada e pistolina per combattere alieni cattivissimi ed enormi, pieni di mitra e lanciagranate. Alla fine si aggirava sperduto per il tabellone di gioco.
Il natale è bello perché quando ero piccolo si ritrovava tutta la famiglia, c’erano i miei cugini e i miei zii di Milano che non vedevo mai. C’era mio nonno che puntualmente diceva “sedetevi dove volete” e poi subito dopo ” No, tu siediti lì”, “No, tu vicino alla Giovanna”, “Lì ci sono io”. Questo fino a quando non decise di mettere direttamente dei segnaposti con i nomi. O quella volta che si cantava tutti insieme con il mio karaoke. Ho ancora la registrazione. Cominciava con mio zio che diceva in tono solenne “Omnis festinatio ex parte diaboli est. Canta con calma”. Io avevo 5 anni e mi chiedevo chi cazzo fossero “Onnisse e Festinazio” e cosa avessero fatto nella vita che riguardasse il Natale.
E poi la nonna che cucinava pranzi faraonici e tanti altri dettagli e ricordi che rimangono con me. E tutto questo mi manca perché sfortunatamente alcune persone non ci sono più.
Non solo, mi piace anche il presepe.
L’ho sempre fatto con mio padre. Mentre lui metteva il giornale per non sporcare io avevo già circondato i suoi piedi con le statuine e le casette. E una volta completato davo un tocco di esotismo alla composizione aggiungendo di nascosto animali di gomma come coccodrilli, ippopotami, antilopi e qualche soldatino.
E poi c’era la lotta per Gesù Bambino. Andava ovviamente messo la notte di Natale ma io non potevo fare a meno di poggiarlo sulla culla ogni sera. Dall’immacolata fino a Natale, appunto.
Chissà poi per quale motivo.
Lo facevo solo con lui, dei Re Magi non mi fregava niente.
E poi impiccavo i babbi Natale di mia madre.
Questo è il natale per me, mi è sempre piaciuto e continua a piacermi.
Stare insieme.
Il resto non mi interessa.