L’ultimo capodanno dell’umanità

Proseguendo con i riferimenti, questa volta ho trascinato in causa un bel racconto di Ammaniti dalla raccolta “Fango” in cui veniva, appunto, narrato l’ultimo dell’anno degli inquilini di un’intera palazzina e di tutti gli intrecci delle loro storie.

Quello di quest’anno doveva essere l’ultimo capodanno dell’umanità, o meglio, il precedente doveva esserlo nel caso in cui questa fantomatica profezia Maya sulla fine del mondo (ma diceva veramente così?) si fosse rivelata esatta (non è stato così, ma che sorpresa!), ma nonostante questo non è avvolto da un qualche sapore diverso.

Sarà il solito capodanno di merda come tutti gli altri. Continua a leggere

Un giorno questo dolore ti sarà utile

Il riferimento a Peter Cameron è piuttosto ovvio ma in realtà non è del romanzo che parlerò. L’ho letto l’anno scorso e mi era pure piaciuto benché senza particolari entusiasmi.

Comunque..

Due giorni fa, la sera della vigilia, mi sono messo a pulire camera e avevo bisogno di una colonna sonora. Mi metto a spulciare fra i miei cd e in un angolo remoto emerge qualcosa che era rimasto seppellito da quasi dieci anni: “Fourth Dimension” degli Stratovarius (gruppo metal finlandese, per chi non li avesse mai sentiti nominare).

Erano dieci anni che non avevo il coraggio di ascoltarlo. E questo perché ho una tara (una delle tante). Visualizzo e collego ogni cosa che mi capiti nella vita con periodi o persone. Quindi se si collegano a persone che mi stanno sul cazzo o periodi infelici, automaticamente seppellisco queste cose, non le uso più, non  le ascolto, non ci vado, non ci gioco, e così via. A volte le butte anche. Sono capace di non leggere libri o ascoltare certe canzoni solo perché me l’hanno consigliati persone che detesto o perché sono venuto a sapere che sono tra i loro preferiti. Continua a leggere

Bianco Banale

Accendere la televisione durante il periodo natalizio è un’agonia.

Carrellate di film melensi e stucchevoli che fanno trasudare miele e diabete dallo schermo. Renne rincoglionite insieme a babbi natali obesi che corrono ovunque per salvare il Natale, cani parlanti, buonismo ovunque e poi l’immancabile “Una poltrona per due.” Ormai è una tradizione come il panettone e lo spumante. L’anno scorso il presentatore sfotteva pure dicendo : “Che Natale sarebbe senza una poltrona per due?”. Non so, finalmente un natale normale? E quelle maledette pubblicità con quei cazzo di cori di bambini che dicono “A Natale si può dare di più”?

Quanto la odio. Continua a leggere

Come sono fantozziano

Qualcuno si definiva Dannunziano, io preferisco fantozziano.

Fantozzi non è solo sfigato, è vile, basso, meschino, patetico e come tale squisitamente italiano. Tutti abbiamo nel DNA la miseria morale di Fantozzi: servo con i potenti e prepotente con i deboli. Vessato, maltrattato da tutti, tragicomico in balia degli eventi, cialtrone, un concentrato dei peggior difetti che una persona possa avere in sé. Come si fa a non ridere alle sue vicende paradossali, come si fa a non deridere un uomo così patetico? Il destino e il mondo si accaniscono contro di lui, lo circondano e lo attanagliano senza scampo perché non potrà mai uscire dalla sua condizione. Non può fare nessuna forma di salto, non può ambire a nessun miglioramento. E’ lì, inchiodato ad una condizione di eterna sudditanza e servilismo.

Eppure Fantozzi non è realmente così. Continua a leggere

Primo post

E’ tutto il giorno che aspetto questo momento.

Avevo una gran voglia di scrivere qualcosa sulla stronzata della profezia maya e della fine del mondo (magari fosse realmente così) ma ho speso tutte le mie ultime energie e ora sono veramente stanco. Quindi inizio fiaccamente e tristemente mi ritiro per dormire dopo aver fatto almeno un patetico tentativo di lettura.

O di pisolino sul divano.

Buonanotte.

A domani.

D.